16 giugno 2015

Illusioni italiane (1)

Chissà donde nasce l'illusione che nutrono gli Italiani (inutile precisare moderni, d'altri non ce n'è) d'essere simpatici, in quanto italiani, ai loro vicini e al mondo. Prima che un'Italia politica nascesse, non era così per gli abitanti dell'Italia come espressione geografica. Non è diventato così in séguito né mai lo diventerà. 
Oggetti di un'invidia comprensibile anche se francamente ingiustificata, tutto sono, gli Italiani, per i vicini e per il mondo, tranne che simpatici. Anche per via di questa loro strana lingua, un latino imbastardito ma ancora antico e luminoso. Una lingua che è una anche se sono tante; che è capace di astrazioni fulminanti e di oscure sottigliezze, di precisioni meccaniche e di vaghezze letterarie, nella chiarezza delle sue tante vocali; che sa essere breve e tagliente, pur se le sue parole sono spesso intollerabilmente lunghe e, se non ci sei nato dentro, rischi di non sapere mai bene dove va l'accento e, con l'accento, di mancare, in un simile trionfo di sillabe, la marcatezza della pertinenza: di mancare, in altre parole e a ben vedere, l'intima essenza dello stile.
Dell'illusione della simpatia non fu certo vittima, per es. e nel piccolo, Piero Capponi; più estesamente e secoli dopo, nemmeno Cavour, ma forse perché appunto ambedue non erano italiani. Come italiano, in tempi più recenti, che gli Italiani non siano simpatici, non solo a coloro cui guastano gli affari ma nemmeno a coloro con cui, gli affari, li concludono, fu acutamente consapevole Enrico Mattei, ma, evidentemente e tragicamente per lui e per l'Italia, non abbastanza.
Nella nazione bambina (o forse rimbambita) prevale in proposito, a tutti i livelli sociali, un'ingenuità infantile e piena di speranze e aspettative. La si direbbe appunto d'ascendenza spiritualmente garibaldina. Adatta, del resto, all'ipocrisia di una retorica vuota. 
Per questa ragione, quando le capita di entrare bruscamente in contatto con la realtà e di scoprire appunto che simpatica non è, a nessuno, tanto meno ai suoi vicini, la nazione bambina (o rimbambita) mette il broncio.

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