25 dicembre 2012

Bigotti

"Se avessi avuto paura di sputtanarmi, avrei fatto il bancario": lo dice la grande foto di un attor comico d'oggi, quello che, come strumento principale della sua arte di far ridere, tiene stabile l'aria stralunata del mezzo matto e del disadattato, forse anche per opposizione a un nome e cognome che più comuni non si potrebbe. 
Qualche giorno fa, col suo motto, la foto si è parata davanti ad Apollonio, a spasso per la più grande libreria d'Italia che (come le sue minori repliche di cui, in catena, l'Italia è costellata) tiene alle pareti immagini gigantesche di personaggi proposti come beati o eroi della cultura lì in vendita al popolo che vi conviene e lo fa, evidentemente, per edificarsi. 
Per via di tali immagini, quei luoghi di un commercio laico e venale prendono infatti un'aria da basilica o somigliano, se si preferisce, alle grandi sale in cui un dì si celebravano i congressi dei partiti unici delle ormai perente e cosiddette democrazie popolari (i pochi lettori di Apollonio ne avranno memoria).
Ed è così che la disarmante corrività del motto riferito in esordio trova la sua ragion d'essere. O l'ha trovata nell'animo di Apollonio, sempre orientato a ipotizzare sistemi che con le loro relazioni danno valore a cose ed espressioni e sempre pronto a riconoscere al mondo, come esso appare, la sua fondamentale onestà comunicativa. 
Per trasmettere i valori d'una cultura bigotta, certamente meno probo, più inquietante e ingannevole sarebbe stato l'attribuire a quella figura del finto santo matto l'innegabile verità del contrario di ciò che gli si fa affermare. Oggi, chi non ha paura di sputtanarsi fa il bancario infatti e il rischio è che, a far gli attori comici, siano rimasti solo i baciapile.  

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