23 giugno 2012

Vocabol'aria (6): "relativo/assoluto"

Uno sfiancato possibilismo relativista che, visto che la verità sarebbe inattingibile (come essa è appunto, in verità: vedono, i cinque lettori di Apollonio, il paradosso?), pretende, con attitudini da bullo, d'essere proceduralmente assoluto. E considerato che, ai suoi scopi, la cosa pare funzionare e il successo gli arride, s'è convinto (e prova a convincere tutti, con le buone o con le cattive) che ciascuno debba operare, comportarsi, esprimersi, limitarsi a intendere il mondo nel solo modo che la sua fantasia, modesta, oltre che molto relativa, riesce a concepire.

4 commenti:

  1. Un post al di sopra di ogni sospetto. In verità.

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  2. Ma, in verità, non quanto il Suo commento anonimo, caro Lettore o cara Lettrice, osserva sorridendo Apollonio, conquistato dalla finezza ermeneutica.

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  3. A questo un quinto dei lettori d'Apollonio, sembra di percepire nell'odierno frustolo, e prima d'ora in altri, ben più d'un paradosso, come dire: un ansimare per una qualche fatica di pensiero e di ricerca di cui si rammostra solo il profilo elegante della frivolezza, sul margine del disincanto, in attesa d'aver completato e d'essersi ricomposti. Quanto alla direzione, alla meta, alle condizioni di percorso, si suppone che non si tratti di "camminata di palagio", piuttosto obbligata su "mal suolo e di lume disagio". Qualori ci si sbagli, nessun rammarico: l'esercizio è di grande utilità, oltre che, in questo ambiente, molto piacevole.

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  4. Essere chiamati a chiosarsi, come sa, è sempre segno di un fallimento. Averne spirito o, peggio, voglia, segno di volgarità. Grazie delle Sue parole, dotto Lettore. Solo una rivelazione dall'officina: il frustolo che così commenta ha rischiato di inaugurare una nuova rubrica, "Faccette dell'andazzo", come variante più libera e meno lessicalmente determinata della già avviata "Vocabol'aria". Alla fine, ha prevalso però una sorta di rasoio concettuale.

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